L’indennità di residenza delle farmacie rurali un balzello ingiustificato? Al contrario: tutelare le farmacie rurali ha rappresentato un elemento di equità nell’accesso all’assistenza e alla cura. Farlo venir meno significa aumentare il divario, sempre più marcato, tra cittadino e cittadino in tema di tutela della salute, approfondendo, accanto alle sperequazioni tra una Regione e l’altra, quelle tra città e campagna, tra montagna e pianura. È questo uno dei concetti con cui Luigi D’Ambrosio Lettieri risponde in una lettera aperta alla proposta di Vittorio Fravezzi, senatore del Gruppo Autonomie, di prevedere un Ddl per «abrogare le norme sull’erogazione dell’indennità di residenza a favore delle farmacie rurali». Una proposta che è arrivata, ammonisce Lettieri, proprio «nel momento in cui è stato approvato un Ordine del Giorno a firma mia e del Senatore Mandelli che va esattamente nella direzione opposta. Infatti lì si impegna il Governo a rivedere in aumento la soglia di fatturato per accedere a questi istituti, il cui importo – giova ricordarlo – è immutato dal 1996, ben prima che il passaggio all’euro manifestasse i suoi pesanti effetti inflattivi». In particolare, fa sapere Lettieri in una circolare, nell’ordine del giorno «si impegna il Governo a valutare la possibilità di disporre che per le farmacie rurali le agevolazioni sullo sconto scattino con un fatturato non superiore a 450mila euro e, per le altre farmacie, la riduzione dello sconto in caso di fatturato annuo in regime di Servizio sanitario nazionale al netto dell’Iva non superiore a 300mila euro».
D’altra parte, continua la lettera, «tutte le motivazioni che erano all’origine del trattamento di maggior favore per questi presidi non solo sono ancora presenti, ma sono diventate ancora più evidenti. La farmacia rurale ha visto contrarsi ulteriormente il suo bacino di utenza, lo abbiamo toccato con mano anche in occasione del terremoto in Centro Italia, quando l’opinione pubblica ha scoperto che in paesi e frazioni di poche centinaia di abitanti, dove mancavano figure sanitarie e strutture, la farmacia c’era. Questo significa che, in un processo di desertificazione sanitaria che interessa tutta Europa, alle farmacie rurali spetta il ruolo di primo, e spesso unico, presidio per la tutela della salute, che deve rispondere alle richieste ed emergenze più diverse». C’è ben altro, continua Lettieri, «che la consegna di farmaci da banco. Nessun drone per la consegna dei medicinali o tecnologia di telecomunicazioni può surrogare la presenza di un professionista della salute e non c’è supermercato che possa offrire questo supporto». E se «le farmacie – tutte – hanno subito una costante contrazione del fatturato», «se i contraccolpi sono stati avvertiti dalle grandi farmacie dei centri urbani, è facile immaginare quale sia stato l’impatto sulle farmacie delle piccole comunità». Da qui la conclusione: «Vorrei che mi ritenessi a tua disposizione per poterti fornire un modesto contributo di idee riveniente dalla esperienza maturata nell’esercizio della mia Professione».
Fonte: Farmacista33