Approvare il Ddl concorrenza in Senato «è stata una fatica immane, adesso occorre chiuderla alla Camera senza modifiche e ulteriori ritardi. Ricordiamo che combattere le rendite attraverso la concorrenza dovrebbe rappresentare il Dna di una coalizione di Governo a guida riformista». A rilanciare l’urgenza dell’approvazione del testo, proprio in coincidenza con il suo approdo alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera per la terza lettura, è il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda. Il ministro nel corso del suo intervento all’assemblea di Confindustria ha ricordato di aver detto l’anno scorso che «il Ddl concorrenza non era il migliore del mondo ma che conteneva comunque provvedimenti importanti e che sarebbe stato poco serio non portarlo a casa. Non era la mia legge, avrei potuto facilmente lasciarla cadere, ho scelto invece di assumermene la responsabilità. Non vorrei però finire come l’ultimo dei Mohicani».
L’ennesima sferzata per l’iter venga chiuso il più velocemente possibile anche se i relatori Andrea Martella e Silvia Fregolent, entrambi del Pd, non hanno mancato di sottolineare come, nonostante i buoni propositi, ci si debba confrontare con un calendario d’Aula già abbastanza fitto, vista la concomitanza, fra gli altri provvedimenti, del Ddl per la commissione d’inchiesta sulle banche e della legge elettorale. Intanto anche il presidente Pd Matteo Orfini, esponente del fronte renziano che sta frenando sull’accelerazione dell’iter, sembra fare un passo indietro e alla Staffetta dichiara «lo spostamento date è solo una “toppa” a un problema che c’è. Affossare Ddl sarebbe sbagliato, capire come migliorarlo, subito o dopo».
Fonte: Farmacista33