Ddl Lorenzin, su emendamenti parafarmacie levata di scudi generale

«Irricevibili». Commentano così Federfarma e Sunifar i quattro emendamenti che riguardano i titolari di parafarmacia presentati al Ddl Lorenzin sulla sperimentazione clinica martedì in commissione Affari sociali della Camera. Le proposte prevedono in sintesi una deroga alla Pianta organica nei comuni sopra i 5mila abitanti, attraverso un abbassamento del quorum a 2.900 o 2.800 residenti e una distanza minima di 200 o 400 metri. L’assegnazione delle sedi potrebbe avvenire per concorso o comunque sulla base di determinati requisiti, con varie proposte a seconda degli emendamenti. Un metodo però che non piace nemmeno alla federazione nazionale delle parafarmacie italiane. «Nessuna delle proposte prevede misure dirette a rimuovere una volta per tutte gli esercizi di vicinato» è il commento di Annarosa Racca, presidente di Federfarma, su Filodiretto. «Risultato: si continuerebbero ad aprire parafarmacie e si ripeterebbero le pressioni sulla politica per una nuova sanatoria. Non è concepibile: in un Paese serio chi rispetta le regole viene tutelato, altro che scorciatoie per furbetti». «Chi ha proposto questi emendamenti» aggiunge Alfredo Orlandi, presidente Sunifar, «credeva forse di fare un piacere ai titolari di farmacia rurale lasciando fuori dalle deroghe i comuni con meno di 5mila abitanti. In realtà i rurali sono i più arrabbiati perché la sanatoria toglierebbe loro ogni chance di diventare urbani dopo una vita trascorsa a servire paesini e piccole comunità, a vantaggio di chi invece si è fatto tre anni appena di parafarmacia in città. Sono proposte semplicemente indiscutibili». Interviene sul tema anche Marco Cossolo, presidente di Federfarma Torino e leader di Farmacia Futura: «c’è un problema di metodo, nel senso che gli emendamenti hanno ben poca pertinenza rispetto ai contenuti del Ddl, ma soprattutto di merito: non è concepibile una ulteriore riduzione del quorum quando solo nel 2012 ne è stata prevista una, di cui ancora non ci siamo potuti rendere conto – per le ragioni note – degli effetti sulla sostenibilità del sistema. E certamente non è tematica che possa essere affrontata a colpi di emendamenti. Se la politica ha un qualche intento, all’avvicinarsi delle elezioni nazionali, di mettere in campo colpi di scena, che per altro hanno ben poche probabilità di successo, non lo faccia però sulle nostre spalle e non in questo modo. Altra cosa sarebbe aprire la discussione con un tavolo con tutti gli stakeholder. Anche perché, se il presupposto è che la scelta politica alla base delle parafarmacie è stata un errore, allora facciamo in modo che per porvi rimedio si apra un ragionamento in maniera complessiva e non si aggiungano altre scelte frettolose. E certamente, se dovessimo passare la tornata elettorale che ci riguarda all’interno del sindacato, sarà nostro impegno far capire questi concetti alla politica, sicuri di essere ascoltati».
Perplessità anche dalla Federazione nazionale parafarmacie italiane: «Pur esprimendo un ringraziamento per l’attenzione e per il dialogo che si è aperto da qualche tempo con l’onorevole Fregolent» dice Davide Gullotta, presidente Fnpi, «riteniamo che qualsiasi azione da parte del Governo debba prestare attenzione a che riguardi tutti i farmacisti di parafarmacia, senza lasciarne indietro nessuno, che sia senza paletti e senza discrimen, e soprattutto che non implichi entrare nel meccanismo di concorsi e graduatorie, che – ne abbiamo diversi esempi sotto mano – non fanno che creare illusioni senza dare certezze di risultati e tempi o di altri meccanismi quali la ridefinizione delle piante organiche che sappiamo possono far incorrere in conflitti e ricorsi. Detto questo, non possiamo che esprimere perplessità sui presupposti di una eventuale sanatoria che riguardi le parafarmacie: non può certamente farci piacere il binomio parafarmacia-errore anche perché le parafarmacie hanno portato sul territorio un farmacista al fianco della popolazione e hanno creato occupazione, e ci dispiace che la politica ancora non riesca a cogliere l’opportunità che hanno rappresentato e il fatto che siano piuttosto risorse da valorizzare. Nemmeno possiamo cogliere con tranquillità le proposte contenute nel programma presentato dagli attuali vertici di Federfarma che, in appoggio a un eventuale riassorbimento dei titolari di parafarmacia, propone di togliere il farmacista quando è al di fuori della farmacia. Questo metterebbe a rischio tutti quei farmacisti che lavorano nella Gdo e nelle parafarmacie di privati (e non di farmacisti), che non sarebbero interessati da alcuna sanatoria, con il rischio di licenziamenti di massa».

Fonte: Farmacista33

Scroll to top