Sembrava la volta buona e invece no: si dovrà attendere altre 24 ore, almeno fino a oggi, per vedere in commissione Industria gli emendamenti al ddl concorrenza dei due relatori, Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap). Emendamenti che, secondo un lancio dell’Ansa risalente a ieri pomeriggio, dovrebbero limitarsi a toccare gli articoli riguardanti assicurazioni, energia, trasporti e notai. Si rafforza dunque l’ipotesi che sugli altri articoli (compreso il 48, sul quale non pendono più proposte di deregulation della fascia C ma restano aperte le richieste di nuovi lacci al capitale) sarà direttamente la Commissione a valutare eventuali interventi. Non a caso, ieri il gruppo di lavoro ha ricominciato daccapo l’esame del testo per fermarsi in serata all’articolo 24, che chiude il capitolo dedicato alle comunicazioni.
In attesa degli emendamenti dei relatori (sui quali poi la Commissione potrà proporre modifiche: il termine per i subemendamenti è stato fissato a venerdì prossimo), si intensifica attorno al ddl il dibattito sulla compatibilità tra capitale e società professionali in campo sanitario. In un’intervista dell’altro ieri a Quotidiano Nazionale, il senatore Luigi Marino ha espresso perplessità sulla richiesta degli odontoiatri di limitare la presenza di soci di capitale in cliniche e poliambulatori: «Interverremmo anche sul passato e metteremmo in gioco tutta la Sanità privata» è il suo parere «non ho invece dubbi su quelle categorie che devono partire da zero e regolamentare l’ingresso delle società di capitali, come farmacie e notai».
Non tutti però sembrano dello stesso orientamento. Secondo Quotidiano Nazionale, infatti, ieri si sarebbe tenuto un incontro tra relatori e Governo, nel quale i Ministeri direttamente interessati al ddl avrebbero fatto un po’ di pulizia tra gli emendamenti: sull’Rc auto si dovrà tornare al testo uscito dalla Camera, tranne piccole limature; sui taxi si punta ad ampliare la validità delle licenze a livello regionale, e sulle farmacie nessun paletto al capitale oltre a quelli già messi a Montecitorio. Alla commissione Industria tirare le fila.
Fonte: Federfarma.it