Milleproroghe, emendamenti su remunerazione e rurali riaccendono il dibattito

Sono molti gli emendamenti al decreto Milleproroghe riguardanti il settore dichiarati “inammissibili”, che andranno ad alimentare dibattiti ancora aperti all’interno della categoria. Bisognerà comunque attendere per conoscere l’esito dei lavori della Commissioni Affari costituzionali iniziati oggi. Ci sarà una settimana di votazioni e poi la trasmissione del testo all’aula, che lo voterà, sembra, soltanto la prossima settimana, per inviare il decreto, che scade il 28 febbraio, all’esame della Camera. Non hanno, infatti, superato il vaglio della Affari costituzionali, perché «non sono in correlazione diretta con le disposizioni contenute», oppure perché «propongono disposizioni ulteriori» ma non chiedono «proroga o comunque la definizione nel tempo dell’efficacia», gli emendamenti relativi al tetto del punteggio della ruralità nel concorso, al fondo per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica, al trasferimento in ambito regionale delle farmacie sovrannumerarie nei comuni con meno di 6.600 abitanti e all’adeguamento delle soglie di fatturato per le agevolazioni alle rurali. E proprio su quest’ultimo emendamento, già escluso dalla Manovra 2017, che i vertici di Federfarma Torino, in una nota, hanno riacceso il dibattito all’interno del sindacato, ribadendo che la soluzione «di una questione che si trascina ormai da 20 anni, come volevasi dimostrare, non poteva giungere dal Milleproroghe».

Il presidente del sindacato provinciale, Marco Cossolo, ricorda che lo scorso novembre, «insieme a numerose Associazioni territoriali, aveva formalmente richiesto alla Presidenza di nazionale la convocazione urgente dell’Assemblea straordinaria per varare iniziative a sostegno di emendamenti volti ad adeguare i limiti di fatturato che danno diritto alla riduzione degli sconti a favore del Ssn per le farmacie rurali sussidiate e per quelle a basso fatturato». L’Assemblea non è stata convocata, per «vizi formali in alcune richieste» e, aggiunge Cossolo, «né si è giunti a un reale confronto sul tema, a una decisione su come e dove agire e non è stata data la possibilità di discuterne, né è dato di sapere quali siano gli intendimenti futuri al riguardo». Ad alimentare la discussione è anche l’emendamento che chiede di ridurre da un anno a sei mesi il termine per pervenire alla riforma della remunerazione delle farmacie e che ha superato il vaglio di ammissibilità, e quindi verrà discussa nel Milleproroghe. «Sei mesi che ormai sarebbero già soltanto cinque» afferma Cossolo «acuendo potenzialmente un problema di fondo: l’Assemblea non sa se Federfarma ha una proposta al riguardo, né i contenuti di tale eventuale proposta». 

«È urgente che la Dirigenza nazionale informi le Associazioni e le Farmacie dello stato dei lavori» conclude la nota «che convochi le Commissioni preposte, che avvii un confronto sul modello su cui costruire la farmacia dei prossimi anni. Il tutto per poi presentarsi all’interlocutore istituzionale con un progetto meditato, compiuto e condiviso, su cui eventualmente apportare modifiche di dettaglio nel corso della trattativa. Federfarma Torino ribadisce la necessità che non emergano personalismi, posizioni preconcette né maldestri tentativi di colpi di maggioranza, perché su queste partite si giocano il riconoscimento del ruolo della farmacia ed il suo futuro».
Fonte: Farmacista33

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