Concorrenza, De Biasi: serve farmacista nei nuovi assetti proprietari

Nella prossima legge sulla concorrenza andrà inserita una disposizione che imponga la presenza del farmacista «negli assetti proprietari» di farmacie e catene. Lo ha detto Maria Grazia De Biasi, presidente della commissione Igiene e sanità, nella seduta con cui ieri pomeriggio Palazzo Madama è tornato a dibattere sul ddl concorrenza dopo “l’incardinamento” del 20 aprile scorso. Nel suo intervento la senatrice ha riflettuto a lungo sulle norme del disegno di legge che riguardano la farmacia, lasciando chiaramente capire che sulla materia serviranno altri interventi ma in contenitori diversi dalla prossima legge sulla concorrenza: «Nel Patto per la salute» ha ricordato De Biasi «è detto in modo chiaro che le farmacie sono parte del Servizio sanitario nazionale ed erogano farmaci, che non sono una merce come le altre». Va dunque evitato, è l’avvertimento della senatrice, che come accaduto in altri settori la grande distribuzione soppianti la piccola: «Penso per esempio alle farmacie rurali: se si prosegue sulla strada della grande proprietà nel campo delle farmacie, che cosa accadrà delle farmacie che si trovano nei paesi più piccoli che sono spesso uno dei pochi punti di riferimento per gli abitanti?».

Vanno trovate risposte adeguate ma, ha ammonito De Biasi, «per riuscire serve un lavoro un po’ più ordinato di quanto sia stato fatto finora e non nella legge sulla concorrenza. Perché è necessario che liberalizzazione non significhi esclusivamente confronto con il mercato, abbiamo bisogno di ridefinire in chiave moderna la funzione della farmacia come punto di riferimento e di servizio per il cittadino». La commissione Industria del Senato, che ha esaminato e rimaneggiato il testo approvato dalla Camera, ha già apportato qualche miglioramento con il tetto del 20% sull’estensione delle catene; ma, ha ammesso De Biasi, «penso vada fatto un piccolo ulteriore lavoro». Innanzitutto c’è da rendere obbligatoria la presenza del farmacista nelle società di capitale, ha continuato la senatrice, con una disposizione da inserire nel prossimo ddl concorrenza; poi c’è da «affrontare e risolvere il tema delle parafarmacie».

Sulla questione esercizi di vicinato, la presidente della commissione Igiene e sanità ha le idee chiare: primo, «le parafarmacie sono una anomalia italiana, in Europa non esistono esempi corrispondenti e chiediamoci il perché»; secondo, «non credo che sia stata un’idea brillante quella di chiedere la presenza del farmacista nella parafarmacia perché questo ha ovviamente comportato un farmacista di serie A e un farmacista di serie B, cosa inaccettabile dal punto di vista della deontologia e della collocazione professionale, oltre che dell’etica professionale»; terzo, resta comunque insostenibile «l’idea che i corner della gdo possano vendere farmaci di fascia C», perché «stiamo parlando di farmaci e non di un detersivo o saponetta, stiamo parlando di una farmacia, cioè di un’identità di Servizio sanitario nazionale».

Fortemente critici nei confronti del ddl, invece, gli interventi di Luigi D’Ambrosio Lettieri (Misto) e Andrea Mandelli (Fi). «Dodici associazioni dei consumatori» ha ricordato nel suo intervento il vicepresidente della Fofi «hanno evidenziato come la concentrazione del mercato retail in pochi operatori verticalmente integrati, anziché produrre una maggiore concorrenza, produrrà il consolidamento di una situazione sostanzialmente monopolistica». «Tutti i dati» ha osservato il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «individuano la possibilità che 5.000 farmacie in Italia rappresentino l’80% del mercato, in volume e in valore. Con 5.000 farmacie in Italia si fa il mercato».

Oggi è in agenda la terza seduta dell’aula sul ddl, che con ogni probabilità dovrebbe anche essere l’ultima: ieri infatti la conferenza dei capigruppo ha fissato per stamattina l’arrivo in aula del maxi-emendamento, accompagnato dalla richiesta di fiducia da parte del Governo. Fossero rispettati i tempi, il ddl deve comunque tornare alla Camera per la terza lettura, che il Governo vorrebbe chiudere (sempre con voto di fiducia) per il prossimo mese.

Fonte: Federfarma.it

Scroll to top