«Se nei prossimi giorni il ddl concorrenza non verrà votato dall’aula del Senato, rinuncerò a seguirlo scrupolosamente per il Governo come ho fatto da circa un anno. E’ il momento che tutti abbiano il coraggio di assumersi pubblicamente la responsabilità delle proprie azioni». E’ il duro comunicato con cui il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile, è intervenuto ieri sull’iter del disegno di legge dopo i lanci di agenzia che in giornata avevano dato per probabile un nuovo rinvio dell’esame da parte dell’assemblea. «Il ddl concorrenza va approvato rapidamente» è l’avvertimento lanciato da Gentile «il Paese non può più tollerare ritardi che i cittadini fanno fatica a capire. Dopo oltre due anni di discussione tra Camera e Senato, a otto mesi dalla sua approvazione in commissione Industria, il provvedimento è maturo e non ci sono più problemi di merito a ostacolarne il cammino. E’ ora di farla finita con questo teatrino».
L’intervento del sottosegretario segue di qualche ora gli aggiornamenti diffusi nel pomeriggio da alcune agenzie, secondo i quali il ddl potrebbe saltare l’appuntamento con l’aula di Palazzo Madama anche questa settimana. Domani dovrebbe esserci un ulteriore incontro di “sintonizzazione” tra Governo e relatori, quindi giovedì l’approdo del testo all’assemblea. Ma nessuno è pronto a mettere la mano sul fuoco: «Non abbiamo più certezze» ha detto all’Ansa Salvatore Tomaselli (Pd), relatore del testo assieme a Luigi Marino (Ap-Ncd) «e abbiamo anche perso la pazienza: se ci sono problemi politici non tocca a noi risolverli ma a ministri, politici, candidati alle primarie, al Parlamento europeo, all’Onu e via dicendo». All’origine, a quanto pare, i dilemmi del Governo sul percorso in cui immettere il disegno di legge: l’idea calcata fino a poco tempo fa era quella di portare il ddl concorrenza in aula e poi rimandarlo subito alla commissione Industria con il pacchetto degli emendamenti (trenta in tutto) approntati da relatori ed esecutivo. Ora invece sarebbero sorti dubbi sulla legittimità formale dell’iter e avrebbe ripreso quota l’ipotesi di andare subito al voto dell’aula senza modifiche.
«Marino e Tomaselli» è la replica di Gentile «accusano Governo e partiti dei continui rinvii. Purtroppo la discussione è slittata di settimana in settimana a volte per difficoltà interne al Governo, altre per le ostilità dei partiti e delle lobby e qualche volta ancora perché gli stessi Relatori hanno sollevato questioni dalle quali sono scaturite complicazioni per l’iter del provvedimento. Adesso tutto quello che manca è la volontà politica, che chiama in causa ciascuno di noi».
Fonte: Federfarma.it