Il tempo della farmacia singola individualista è finito, saranno le “Reti della salute” lo strumento con cui la distribuzione intermedia insieme alle farmacie affronteranno l’entrata dei grossi gruppi esteri nel mercato farmacia nostrano. A dirlo a Farmacista33 è il presidente di Federarma Servizi Antonello Mirone, (foto) secondo il quale l’entrata in vigore del Ddl concorrenza porterà a una profonda trasformazione dell’attuale modo di fare farmacia, un quadro che, a detta di Mirone, è stato ben delineato dai vari politici e specialisti del settore che hanno preso parte a FarmacistaPiù a Firenze.
«Credo che il tempo della farmacia singola individualista sia finito – afferma – Esisteranno però farmacie libere indipendenti che vogliono aggregarsi in forma un po’ più sostanziale. L’idea è che il distributore e le farmacie facciano rete, la capacità di aggregarsi in grossi gruppi numericamente significativi potrebbe contrastare l’ingresso del capitale in maniera efficace».
Sicuramente le società di capitale in possesso di un certo numero di farmacie potranno mettere in campo attività e pianificare strategie in maniera veloce, «altrettanto dovranno fare le società dei farmacisti dove però il rapporto tra la farmacia e la propria cooperativa non dovrà essere quella di un fornitore qualsiasi, dovrà essere qualcosa di più stretto, di più solido, non ci sarà modo di confrontarsi con gruppi che saranno economicamente molto forti e anche molto organizzati – sottolinea Mirone – bisognerà stare al passo. Le cooperative dovranno giocare le loro carte stringendo rapporti sempre più stretti con i soci». Secondo il Presidente Federfarma Servizi questa è la risposta logica al nuovo scenario. «È ineluttabile che la farmacia si adegui a certi cambiamenti – afferma – vogliamo essere pronti a rispondere a questa nuova sfida con un modello nuovo. Da questo punto di vista starà alla farmacia scegliere il modello e sposarlo. Oggi la farmacia vola di fiore in fiore tra un distributore e l’altro come se fosse una scelta occasionale. Bisognerà fare delle scelte di campo, di appartenenza ad un gruppo».
Il Italia il numero dei distributori è di molto superiore rispetto a quello delle altre realtà europee, ma le cose stanno cambiando e si sta assistendo ad una continua aggregazione di queste strutture in realtà più grandi. «La concentrazione dei distributori è essenziale per realizzare delle valide economie in scala – afferma Mirone – Ciò che conta è mantenere l’identità territoriale dei gruppi che si sono formati, magari anche coordinati da centrali più grosse e importanti a livello nazionale, ma con una forte presenza su territorio perché in Italia ci sono sempre diversità importanti da regione a regione».
Fonte: Farmacista33