Ddl concorrenza, il nodo è sui capitali. Si riparla di fascia C

Sarà questa la settimana decisiva per l’approvazione del Ddl concorrenza in Commissione industria al Senato? Quella che sembrava una certezza è ora ritornata a essere un’ipotesi, anche se domani riprenderà la discussione e dovrebbero arrivare i tanto attesi emendamenti dei relatori sull’articolo 48, quello che riguarda le farmacie. Il nodo come noto è rimasto quello dell’apertura al capitale in farmacia e degli eventuali paletti da introdurre. «Un settore (quello delle farmacie ndr) che benché presidio importante è giusto che venga modernizzato con aperture al capitale» come spiega uno dei due relatori Salvatore Tomaselli (Pd). L’idea, sottolinea Tomaselli, è quella di aprire «ma rafforzando il controllo in termini di Antitrust per evitare il rischio di oligopoli e di concentrazioni eccessive». Lo stesso nodo, confermato dall’altro relatore Luigi Marino, che aggiunge come i tempi potrebbero allungarsi a 15 giorni per l’approdo in Aula.

Un dubbio già ventilato dal Corriere della Sera che sottolinea come si stiano sovrapponendo più temi in discussione, dal decreto sulle banche di credito cooperativo a quello sul terzo settore e come possa slittare “il dibattito sulla Concorrenza dal 5 al 12 aprile”. E sempre sul quotidiano milanese da segnalare l’ennesimo editoriale dell’economista Francesco Giavazzi che ribadisce la necessità di maggiori aperture sul fronte della concorrenza anche in ambito farmaceutico e evidenzia come il testo abbia perso per strada norme importanti. «Innanzitutto il superamento della pianificazione numerica delle farmacie, che è la vera fonte di limitazione della concorrenza. E poi la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli prescritti dal medico ma non mutuabili: antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, anticoncezionali. Per l’acquisto di questi farmaci» sottolinea Giavazzi «le famiglie italiane spendono ogni anno circa 3 miliardi di euro. L’esperienza della liberalizzazione di farmaci da banco suggerisce che se anche questi medicinali potessero essere venduti nelle parafarmacie, dove comunque c’è l’obbligo della presenza di un farmacista, questa spesa potrebbe essere ridotta in maniera significativa».

Fonte: Farmacista33

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