È ripresa con un nulla di fatto sul fronte delle farmacie il confronto in Commissione industria del Senato sul testo del Ddl concorrenza. A determinare l’ennesimo stand-by la mancanza dei pareri della commissione Bilancio sulle proposte di modifica e i lavori dell’Aula che sta votando il Ddl di riforma del terzo settore. Intanto oggi la commissione Bilancio ha proceduto con i lavori e quindi domani dovrebbe essere possibile riprendere le votazioni in Commissione ma le novità dei relatori sui temi rimasti ancora aperti dovrebbero essere presentate solo la prossima settimana. Intanto sui tempi di esame del provvedimento aleggia la fiducia: sia alla Camera in terza lettura che in Aula al Senato. In attesa degli sviluppi di domani, ultimo giorno della settimana riservato alla discussione, sulla stampa nazionale il Ddl continua a essere al centro dell’attenzione e c’è chi come la senatrice del Pd Linda Lanzillotta, componente della Commissione Industria, arriva ad auspicare una pausa di riflessione. «È meglio rimandare a tempi migliori» il Ddl concorrenza, ha dichiarato al Foglio la senatrice. «Meglio occuparsi di concorrenza in un altro momento, quando ci saranno meno fattori esogeni di tipo politico». E lo stesso ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi non manca di evidenziare perplessità sul testo in via di ritorno al Senato. «Io ero favorevole alla norma che liberalizzava» ha detto al Corriere della Sera con riferimento alla vendita dei farmaci di fascia C «anche se ricordo che essa non era nel testo originario. Sono favorevole in quanto non capisco perché un farmacista laureato non possa vendere questi farmaci per esempio in una parafarmacia. Ma anche qui, il Parlamento ha deciso diversamente» ha detto Guidi, convinta che comunque «il provvedimento possa subire modifiche, anche se dobbiamo accelerare». Il ministro, che conta su una approvazione definitiva entro maggio giugno, comunque non dispera, convinta che non sia «l’ultimo testo sulla concorrenza» e che «ce ne saranno altri perché le cose da fare sono molte». Dichiarazioni che hanno sollevato le inevitabili reazioni del Movimento nazionale liberi farmacisti e della Federazione nazionale parafarmacie italiane.
«Fa male sentire una così chiara ammissione d’impotenza da parte di un Ministro della Repubblica» ha commentato Vincenzo Devito. «Avevamo percepito sin dalla riunione del Consiglio dei Ministri del 2015 e dalla decisione di non procedere con un decreto legge che il Ministro Guidi sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C avesse trovato delle “barricate” all’interno del Governo e in particolare da coloro che all’interno della maggioranza difendono gli interessi corporativi. Tuttavia, pensavamo che questo isolamento non fosse condiviso da chi sino a ieri aveva fatto dell’equità e pari opportunità, la propria bandiera». Sulla stessa lunghezza d’onda Davide Gullotta, in rappresentanza delle parafarmacie. «Nonostante buona parte del Parlamento, Europa, economisti e opinione pubblica apprezzino e siano dalla parte del farmacista di Parafarmacia», ha detto Gullotta «questo governo ha deciso di ignorare ogni appello e distruggere una esperienza virtuosa che in questi anni non ha fatto altro che bene all’intero Paese, aumentando posti di lavoro e investendo nel merito e nella professionalità».
Fonte: Farmacista33