Ddl concorrenza, non passano gli emendamenti sulla fascia C

Sono stati tutti bocciati gli emendamenti al ddl concorrenza su fascia C e farmacia non convenzionata. E’ l’esito della seduta con cui ieri sera la commissione Industria del Senato ha passato al vaglio le proposte di modifica all’articolo 48 del disegno di legge, quello sul capitale nelle farmacie. Come già era capitato alla Camera, il gruppo di lavoro non ha fatto altro che riordinare gli emendamenti in tre gruppi: approvati, accantonati e respinti, per inammissibilità, incoerenza di materia o altre ragioni. Sparuto il primo elenco, che comprende soltanto due proposte: l’emendamento 48.50, che consente alle società di farmacisti di nominare il direttore anche tra i non soci, e il 48.0.15, che recepisce e rafforza il provvedimento dell’Aifa sulla fornitura in farmacia dei bugiardini modificati anche via e-mail.

Molto più corposo l’elenco delle modifiche «accantonate», ossia parcheggiate per un eventuale recupero nel pacchetto di emendamenti con cui i relatori del ddl dovrebbero “sintetizzare” gli orientamenti sedimentati in Commissione. Appartengono a questo gruppo gran parte delle proposte che mirano ad accrescere i paletti sulla presenza del capitale nella titolarità (mantenendo la maggioranza dei voti o delle quote azionarie ai farmacisti oppure limitando l’estensione delle catene), gli emendamenti che introducono un contributo a carico delle società proprietarie pari al 2% del fatturato annuo, da versare all’Enpaf per la sostenibilità della previdenza di categoria, le modifiche che trasformerebbero in spa le gestioni associate istituite dal decreto “Cresci-Italia” per il concorso straordinario e infine gli emendamenti sul cosiddetto patent linkage, che agevolerebbero la competitività dei generici sugli originator di riferimento.

Chiude il terzo gruppo, quello delle proposte respinte. Tra queste, come detto, tutte le modifiche che in qualche modo avrebbero fatto uscire la fascia C dalla farmacia, compresi gli emendamenti per la cosiddetta “farmacia non convenzionata”. Bocciati, causa inammissibilità, anche gli emendamenti che avrebbero consentito ai farmacisti non titolari di ottenere una sede vacante mediante semplice domanda anziché tramite concorso, e quelli che tramite una tantum o revisione dei parametri miravano a irrobustire le indennità riconosciute alle farmacie rurali (bocciati per gli effetti che avrebbero comportato sulle finanze pubbliche).
Scremati gli emendamenti, la Commissione dovrà ora votare il testo per poi passarlo all’aula del Senato. Per agevolare il lavoro, i due relatori del ddl Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino stanno lavorando a un pacchetto di emendamenti. Il quale però, secondo un lancio di agenzia della tarda serata di ieri, non sarà pronto prima della prossima settimana. (AS)

Fonte: Federfarma.it

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