Ddl concorrenza, parte l’esame in Senato voto il 2-3 maggio

E alla fine venne il giorno. Dopo quasi nove mesi di appuntamenti mancati, false partenze e rinvii, il ddl concorrenza ha messo piede nell’aula di Palazzo Madama, dove rimarrà per un paio di settimane. Questa almeno è la tabella di marcia comunicata ieri dopo la seduta dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile: l’aula tornerà a discutere del ddl mercoledì prossimo, 26 aprile, poi il voto il 2-3 maggio con richiesta di fiducia da parte del Governo, come molti già scommettevano. Confermato anche l’accantonamento di quasi tutti gli emendamenti concordati nelle settimane scorse da Governo e relatori: si voterà il testo uscito ad agosto dalla commissione Industria, con il tetto sulle catene di farmacie al 20%; in aula si faranno alcune modifiche ma circoscritte (per esempio il rinvio di un anno dell’alt al mercato tutelato dell’energia), quindi si spedirà il ddl alla Camera per l’ultima lettura, da completare entro giugno (se tutto va bene).

Tramonta definitivamente, dunque, l’ipotesi di riportare il disegno di legge in Commissione per un “tagliando”, anche se ieri Luigi Marino (Ap-Ncd), relatore del provvedimento assieme a Salvatore Tomaselli (Pd), ha invitato a riconsiderare la decisione: il testo, ha detto nel suo intervento davanti all’aula, è vecchio di quasi un anno ed è opportuno un riordino che integri o corregga interventi ormai superati da altre leggi, approvate nel frattempo. In ogni caso, ha continuato Marino, «questo disegno di legge non è, né poteva essere, una legge epocale, ma è comunque un provvedimento importante per non pochi settori dell’economia italiana». Anche se, ha chiarito il senatore, «le liberalizzazioni e le privatizzazioni non sono la panacea di tutti i mali e soprattutto non sono riproducibili automaticamente in tutti i settori dell’economia».

Anche Tomaselli si è schierato a difesa del ddl. «Quando si parla di svuotamento di un testo» ha detto nella sua relazione «si suggerisce che sia stato tolto qualcosa che c’era. A mia memoria, però, non ho notizia di misure liberalizzatrici che siano state tolte nel corso del lungo iter. Anzi, mi sia consentito rivendicare che su temi molto importanti e significativi come quelli delle assicurazioni, dell’energia, dei servizi professionali, delle farmacie, del credito e dei trasporti, è avvenuto esattamente il contrario».

Ora l’interrogativo è se il ddl andrà effettivamente al voto ai primi di maggio. Se lo augura il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, che auspica una rapida approvazione e giudica positivamente l’inizio della discussione sul testo, considerato «un passaggio importante del percorso di riforme di questo Paese». 

Fonte: Federfarma.it

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