Crescono le probabilità che il ddl concorrenza plani sui banchi del Senato nella versione approvata l’estate scorsa dalla commissione Industria. Cioè senza gli emendamenti messi a punto di recente da maggioranza e relatori, tra i quali la proposta che ridurrebbe dal 20 al 15% il tetto regionale sulle catene di farmacie. Sempre che questa sia la volta buona, perché ormai sono parecchi gli appuntamenti con commissioni e aule parlamentari che il disegno di legge ha “bucato” nel suo iter legislativo: a Palazzo Madama confermano che il rendez-vous con l’aula rimane per domani, ma nessuno è pronto a scommetterci. «Giovedì 20 aprile è la data fissata» dichiara per esempio a Filodiretto Luigi Marino (Ap-Ncd), relatore del ddl assieme al Pd Salvatore Tomaselli «ma non mi chieda se poi così sarà perché ormai non credo più a niente».
Nessuna certezza anche sul testo che i senatori andranno a votare. In un articolo dedicato al disegno di legge uscito ieri, il Sole 24 Ore dà per garantito che il testo in aula da domani sarà quello licenziato dalla commissione Industria, senza gli emendamenti del Governo. Ma anche qui arrivano smentite da Palazzo Madama: «Lo stralcio degli emendamenti governativi è molto probabile ma non ancora certo» corregge Marino «e lo stesso dicasi per il voto di fiducia». Tutte da verificare, infine, le altre anticipazioni raccolte dal giornale di Confindustria, secondo le quali gli emendamenti sottratti al ddl (tetto alle catene compreso) verranno recuperati nella prossima legge sulla concorrenza, alla quale il Mise dovrebbe iniziare a lavorare già dai prossimi mesi.«O ogni previsione è solo un azzardo» taglia corto Marino «non si è riusciti a fare una legge in due anni, mi chiedo come si possa pensare di fare la seconda in pochi mesi, con le elezioni all’orizzonte».
Fonte: Federfarma.it