Ddl concorrenza, riprende la discussione in Senato. Liberalizzazione fascia C al centro del dibattito

L’inizio della discussione generale nell’Aula del Senato sul Ddl concorrenza vede subito al centro le farmacie e la polemica sulla mancata liberalizzazione dei farmaci di fascia C. I senatori chiamati a parlare, Castaldi del Movimento 5 stelle e Lanzillotta del Partito democratico, hanno, infatti, messo in evidenza come le farmacie continuino ad avere il monopolio sulla vendita di farmaci di fascia C. Per Castaldi dal disegno di legge traspare “la volontà del Governo di non volere ascoltare le voci dei cittadini e dei consumatori, ma, se possibile, ancora una volta rafforzare purtroppo quelle delle lobby”, con esplicito riferimento a quella dei farmacisti. Non solo, il senatore grillino parla di “provvedimento delle occasioni perdute” e sottolinea come “anche le misure apprezzabili, inizialmente previste, risultino diluite nel passaggio parlamentare in ossequio a logiche corporative che in alcuni settori hanno prevalso rispetto all’interesse generale”. 

Ai 5 stelle non piace neanche la norma sull’ingresso dei capitali nelle farmacie, con la quale “non si può che rafforzare una volta di più l’aspetto mercantile della parte commerciale delle farmacie con un’apertura delle farmacie alle società di capitali”. “Le dinamiche emerse in questi anni sulla parzialissima liberalizzazione della vendita di farmaci e dell’incremento di parafarmacie” ha aggiunto Castaldi “dimostrano quindi come la liberalizzazione non solo ha migliorato il servizio per gli utenti, ma ha anche stimolato la concorrenza e incentivato gli operatori tradizionali del settore farmaceutico a sviluppare altri mercati e a sperimentare nuovi servizi, con ricadute molto positive per la collettività. Se si consentisse anche alle parafarmacie la vendita dei farmaci di fascia C, che sono soggetti a prescrizione medica, ma con costi a carico del paziente il risparmio per i cittadini andrebbe dai 500 ai 900 milioni di euro l’anno (e non si fa) con in più gli effetti benefici di pricing su tutti gli altri medicinali di automedicazione già venduti fuori dalle farmacie”. E a parlare della mancata liberalizzazione della fascia C come di un punto critico del testo di legge è anche Linda Lanzillotta del Pd. “La questione dei farmaci presenta due aspetti, a mio avviso, delicati” ha detto Lanzillotta in Aula “il primo dei quali è la liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Capisco che si sostiene questo vincolo in nome del fatto che si tratta di una rendita che consente la capillarità della rete delle farmacie, ma allora ragioniamo su un sistema diverso, ad esempio sulle farmacie per fasce di popolazione, in modo che, laddove la farmacia è un presidio anche sociale, sia mantenuta una riserva che consenta a quella farmacia di avere un conto economico che le permetta di sopravvivere. Credo invece che questa riserva generalizzata a favore delle farmacie sia un mantenimento di rendita non giustificato dal sistema”. 

A chiudere gli interventi della mattinata la senatrice Fucksia del gruppo misto che, in difesa del ruolo delle farmacie, prende di mira il M5S, da cui è uscita qualche tempo fa. “Trovo veramente curioso che il Movimento 5 Stelle, che si dichiara sempre essere a favore della piccola media impresa e della tutela dei cittadini, si sia posto in un’ottica ultraliberistica su questo tema” ha detto la senatrice. “È infatti dall’inizio dell’anno che ci arrivano delle mail che chiedono di estendere la possibilità di vendita dei farmaci di fascia C alle parafarmacie, che costituiscono una realtà anomala, che abbiamo solo in Italia: si tratta di un’assurdità, che non dovrebbe esistere. Questa richiesta è però fuori dal tempo, non riduce i costi e non aumenta la tutela della salute dei cittadini. Non è su questo che dobbiamo intervenire, anche perché ciò aumenta i rischi e non è qualificante neanche per il farmacista, che da farmacista – non necessariamente titolare di farmacia – passa ad essere un commesso. Ciò significa che le farmacie – ovvero delle piccole e medie imprese – spariranno e verranno assorbite dalle grandi catene commerciali, ovvero quei supermercati che il Movimento 5 Stelle vuole tenere chiusi di domenica: questa è la contraddizione”. 

Fonte: Farmacista33

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