Giro supplementare al Senato ormai certo per il ddl concorrenza, che ieri è uscito dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera con quattro articoli ritoccati e il biglietto per la quarta lettura a Palazzo Madama. Le modifiche sono quelle impartite dagli emendamenti accantonati martedì dalle due commissioni su energia, assicurazioni, telemarketing e società di odontoiatri, una scelta che aveva messo subito in palpitazione la maggioranza. Il voto di ieri aggiungerà probabilmente altra tensione, perché le quattro proposte di modifica sono passate con il voto di Pd, Mdp (la formazione scissionista in cui sono confluiti bersaniani e dalemiani) e di tre gruppi dell’opposizione, Forza Italia, Lega e M5S. Contro, invece, i partiti di centro, alleati dei “dem” come Alternativa popolare oppure all’opposizione come Civici e innovatori, che hanno accusato il Pd di votare contro il Governo.
Dal canto suo, il Partito democratico getta acqua sul fuoco e promette che il supplemento d’iter non affosserà il ddl. «Le leggi si fanno per il bene del Paese» ha osservato Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati Pd e relatrice del disegno di legge «per questo è stato necessario apportare delle modifiche al testo. L’approvazione definitiva, in ogni caso, può avvenire entro l’estate». «Abbiamo fatto quattro correzioni puntuali, condivise da gran parte della maggioranza e dell’opposizione, su questioni già emerse nel dibattito al Senato» ha aggiunto Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera «sarà nostro compito fare sì che ci sia una approvazione rapida del provvedimento anche al Senato».
Stesse rassicurazioni anche dall’esecutivo: «La posizione del Governo sul ddl Concorrenza» ha ricordato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro «è chiara sin dall’apposizione del voto di fiducia al Senato: riteniamo che il provvedimento vada approvato definitivamente nel più breve tempo possibile, dopo un esame parlamentare durato circa due anni. Se la Camera apporterà le modifiche al testo licenziate dalle commissioni rinviandone l’approvazione definitiva, ne chiederemo la più rapida calendarizzazione alla Conferenza dei capigruppo al Senato». «Il Governo aveva chiesto a Finanze e Attività produttive di ritirare gli emendamenti prendendo nel contempo l’impegno a correggere i punti interessati nel primo provvedimento utile» ha aggiunto il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile «ora bisogna che l’esame del Senato sia calendarizzato quanto prima: le liberalizzazioni non sono solo un impegno che il Governo italiano ha assunto in sede internazionale, sono soprattutto uno strumento per promuovere la crescita economica e l’equità sociale».
Voce fuori dal coro, quella del ministro Carlo Calenda: «La decisione di riaprire il ddl concorrenza a più di 850 giorni dalla sua presentazione da parte del Governo Renzi è difficilmente comprensibile e rischia di trasmettere l’ennesimo segnale negativo a cittadini, imprese e istituzioni internazionali» ha dichiarato ieri «i quattro emendamenti accolti hanno prevalentemente un carattere di mera chiarificazione e non mettono in discussione la sostanza degli articoli cui si riferiscono». Non sono dello stesso avviso i deputati Pietro Laffranco e Luca Squeri di Forza Italia, che in una nota si rallegrano per l’approvazione dell’emendamento sull’energia (senza il quale «ci sarebbe stata la certezza di un aumento dei prezzi al consumo») e Federconsumatori, che esprime «soddisfazione» per le modifiche approvate. Da lunedì dovrebbe cominciare la discussione da parte dell’Aula di Montecitorio.
Fonte: Federfarma.it