Il ddl concorrenza ottiene il via libera della Camera e prende la strada di Palazzo Madama per l’ultima lettura. E’ l’esito della votazione con cui ieri l’aula di Montecitorio si è espressa sul testo dopo aver bocciato il giorno prima tutti gli emendamenti tranne uno, di materia ambientale. La contabilità, in particolare, riferisce di 218 voti favorevoli e 124 contrari, numeri che rinvigoriscono i fautori di una veloce conclusione dell’iter. «La volontà di una rapida approvazione c’è, come ha espresso il Governo» ha detto ieri nella dichiarazione di voto il capogruppo Pd in commissione Attività produttive, Gianluca Benamati «se ognuno farà la propria parte al Senato, il provvedimento sarà approvato celermente». «Abbiamo votato sì perché riteniamo vi siano numerosi aspetti positivi nel provvedimento» ha detto Raffaello Vignali, capogruppo di Alternativa popolare in commissione Attività produttive della Camera «ora chiediamo al Governo di mantenere l’impegno assunto per un’approvazione rapida e senza modifiche, al Senato, entro la pausa estiva». «Finalmente la Camera ha approvato il ddl Concorrenza» ha commentato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile «ora il Senato provveda a una rapida calendarizzazione per arrivare al via libera definitivo prima della pausa estiva, secondo gli impegni assunti».
Come di consuetudine, il ddl lascia la Camera accompagnatoda uno stuolo di ordini del giorno, ossia raccomandazioni (nelle quali spesso si recuperano emendamenti bocciati dalle commissioni o in aula) prive di valore vincolante per il Governo. E tra queste, una mezza dozzina tratta di servizio farmaceutico. C’è, per esempio, l’odg a firma Plangger, Alfreider, Gebhard, Schullian, Ottobre e Marguerettaz (Autonomie) che «impegna il Governo» a considerare la rivalutazione delle soglie fissate dalla 662/96 per le agevolazioni a rurali e piccole farmacie. Oppure, c’è l’ordine del giorno firmato Rondini (Ln), Allasia (Ln) e Palese (Fi), che «impegna» l’esecutivo a predisporre «le opportune modifiche normative al fine di rivedere le modalità di apertura di nuove farmacie nel rapporto con gli abitanti, e il rapporto di concorrenza sleale venutosi a creare con le parafarmacie private e quelle presenti nei punti vendita della gdo». Ancora, ci sono i due odg – entrambi di provenienza Mdp – che chiedono venga valutata «l’opportunità di tutelare e implementare l’importante ruolo svolto dalle farmacie rurali e dalle parafarmacie individuando tutte le iniziative volte a garantire la continuità e i livelli occupazionali», magari attraverso «una progressiva assegnazione di sedi farmaceutiche ai laureati in farmacia titolari di parafarmacia che ne facciano richiesta» (anch’essa lasciata alla valutazione del Governo). Chiudono, infine, i tre odg di provenienza Forza Italia che impegnano il Governo ad abbassare il tetto regionale sulle catene dal 20% a un valore compreso tra il 5 e il 15%, come già proponevano tre emendamenti di Fi respinti dalle Commissioni.
Fonte: Federfarma.it