Slitta ancora, di altre due settimane, il voto dell’aula del Senato sul ddl concorrenza. Se ne dovrebbe riparlare il 18 aprile, dopo Pasqua, come hanno riferito ieri fonti del Governo dopo l’incontro con relatori e maggioranza per fare il punto sull’iter del provvedimento. Impossibile farlo passare prima, nonostante l’esecutivo abbia ribadito l’intenzione di far uscire il ddl da Palazzo Madama il più presto possibile: ci sono altri provvedimenti più urgenti da approvare e soprattutto c’è da prendere una decisione sull’emendamento “anti-scalate” (per tutelare le imprese strategiche italiane) cui il Mise sta ancora lavorando.
Se tutto va bene, sarà questa l’unica “vera” modifica che il Governo apporterà al ddl concorrenza: a parte un po’ di manutenzione al testo (per eliminare provvedimenti approvati nel frattempo con altri interventi legislativi), il ddl che entrerà in aula sarà quello approvato l’estate scorsa dalla commissione Industria del Senato. A parte la norma anti-scalate, dunque, dovrebbero saltare tutti gli altri emendamenti concordati nelle settimane scorse da Governo e relatori, tra i quali l’abbassamento dal 20 al 15% del tetto sulle catene.
Il dietrofront, a quanto pare, non sarebbe legato a ripensamenti quanto piuttosto a difficoltà procedurali, dato che a settembre l’aula del Senato aveva già esaminato e votato gli emendamenti al testo. E infatti, ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile, ha ipotizzato che le misure accantonate potrebbero essere recuperate nel prossimo disegno di legge sulla concorrenza, al quale i tecnici del Mise starebbero già lavorando. Non sarà un decreto, come qualcuno avrebbe voluto, perché i contenuti non hanno attinenza con lo strumento, ma il Governo gli assicurerà «via prioritaria». Basta che non sia quella data a questo ddl.
Fonte: Federfarma.it