Def, si punta su liberalizzazioni. Risparmi da filiera farmaco e 1 mld in più per la sanità

La nota di aggiornamento al Def, il documento di programmazione economica dello stato italiano, che da metà ottobre è al vaglio dell’Unione Europea, torna a spingere il pedale sulle liberalizzazioni. Fermi restando il rapporto tra spesa pubblica e prodotto interno lordo pari al 2,4% annunciato dal governo M5S-Lega e l’obiettivo di rilanciare gli investimenti nella Pa e nelle societàÌ partecipate, il governo “giallo-verde” si impegna «a promuovere la liberalizzazione nei settori ancora caratterizzati da rendite monopolistiche e da ostacoli alla concorrenza». Obiettivo: ottenere «risultati benefici sul fronte dei prezzi, dell’efficienza e degli incentivi all’innovazione».

Come si ricorderà, la legge sulla concorrenza del 2017 ha interessato da vicino le farmacie, ora ne possono essere titolari le società di capitali. Ma ancora qualcosa potrebbe cambiare. A ciò si deve aggiungere che la nota destina un miliardo in più al Fondo sanitario nazionale. Una buona notizia: se l’Unione Europea dice “sì”, si passerà dai 116,3 miliardi di quest’anno ai 117,2 del 2019 e a 119 nel 2020, e nel 2020 si dovrebbe rimanere vicini alla soglia Ocse del 6,5% della spesa sanitaria sul Pil nel 2020, poi si crescerebbe al 6,6% nel 2025 e al 6,8% nel 2030 per salire via via quasi all’8% nel 2070. Commenta il ministro della Salute Giulia Grillo a Tagadà sulla 7: «Potremo spendere un miliardo in più di sanità – quello previsto dal Def – più ulteriori risorse sulle quali sto lavorando». E ventila per prima cosa di abolire il superticket, possibile prima destinazione dell’eventuale “di più”.

Ma a ben guardare, all’annunciata politica espansiva sembra contrapporsi del rigore negli interventi sulla spesa farmaceutica. Primo: il Tavolo tecnico sui farmaci e i dispositivi medici (fin qui preposto ad «individuare adeguate soluzioni dei contenziosi» tra Aifa e industrie sul payback) dovrà individuare «una nuova modalità di calcolo degli scostamenti dai vincoli della spesa farmaceutica per acquisti diretti e della spesa farmaceutica convenzionata per gli anni 2017 e 2018». Inoltre, l’anno prossimo, rivedrà i criteri per la contrattazione del prezzo dei farmaci, per renderli aderenti agli attuali livelli di innovazione del mercato. I più pessimisti tra gli osservatori ricordano la recente determina Aifa che impone alle case farmaceutiche inadempienti sul versamento delle quote spettanti per il pay-back una riduzione “coatta” del prezzo dei medicinali (pari a quanto non versato più un 20% a titolo sanzionatorio) considerando sia i farmaci di fascia H, sia la fascia A: una decisione destinata ad avere ricadute anche su grossisti e farmacie convenzionate, rimborsate dal Ssn in base al prezzo (cfr Farmacista33 25 settembre).

La nota di aggiornamento al Def al capitolo “Sanità” aggiunge poi che saranno definite direttive per acquisire beni e servizi sanitari «in modo da rendere maggiormente trasparenti e condivise le migliori esperienze». Se ne occuperà il Comitato Guida del Tavolo dei Soggetti Aggregatori. Si estende da dicembre 2018 al settore veterinario -ma questo era già ampiamente previsto- il sistema informativo per la tracciabilità dei medicinali ad uso umano. In tema di digitalizzazione il Def segnala l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni concernente l’istituzione dell’Anagrafe Nazionale dei Vaccini nonché i provvedimenti attuativi volti a implementare il Fascicolo Sanitario Elettronico in tutte le Regioni; e quelli volti a interconnettere i sistemi informativi del SSN che consentiranno di tracciare il percorso seguito dal paziente nelle strutture sanitarie. Per realizzare il Piano Nazionale delle Cronicità, destinato a quasi 24 milioni di pazienti polipatologici, il Governo intende varare un regolamento per individuare gli standard relativi all’assistenza territoriale; è prevista infine entro dicembre di quest’anno l’adozione del Nuovo piano nazionale di governo delle liste d’attesa in sostituzione del precedente di 6 anni fa.

Fonte: Farmacista33

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